Ferrara ebraica
Ferrara è l’unica città dell’Emilia Romagna in cui si registra una continuità della presenza ebraica continuativa dall’età medievale a oggi. Secondo documenti di archivio nel 1310 vivevano 17 famiglie di ebrei.
E’ soprattutto con il periodo estense che la condizione degli ebrei diventa florida e ai cittadini ebraici viene autorizzato l’esercizio di molte attività professionali e commerciali.
Tra il 400 e il 500 a Ferrara vengono accolti gruppi di ebrei sefarditi e successivamente gli ebrei tedeschi provenienti dall’Europa orientale. Nel 1597 la condizione ebraica subisce un improvviso cambiamento. Il duca Alfonso d’Este muore senza lasciare eredi maschi. Ferrara viene annessa al papato e il duca Cesare D’Este trasferisce la sua corte a Modena. Molti ebrei lasciano la città al seguito del duca mentre quelli che rimangono si vedono negati molti diritti.
Nel 1624 con l’Editto del cardinale Cennini si impose la delimitazione del ghetto. venne istituito il ghetto.
A questo segue un periodo di mortificazioni, ma anche fiorente per gli ebrei dal punto di vista culturale, in quanto all’interno del contesto del ghetto essi si dedicano allo studio dei testi sacri. In quest’ epoca di segregazione molti rabbini primeggiano per i loro studi come Isacco Lampronti autore di una monumentale enciclopedia.
Il periodo del ghetto termina definitivamente nel 1859 con l’annessione di Ferrara al Regno d’Italia e con l’integrazione della comunità ebraica nel tessuto sociale cittadino.
Successivamente le deportazioni nazifasciste furono devastanti a Ferrara.
Attualmente la comunità conta circa 80 iscritti.
Nel Novecento nella comunità ebraica ferrarese spiccano illustri personaggi del mondo della letteratura, dell’urbanistica, dell’architettura: lo scultore Arrigo Minerbi, l’urbanista Ciro Contini, l’architetto Roberto Melli, il compositore Vittore Veneziani, il violinista Aldo Ferraresi e lo scrittore Giorgio Bassani.
Il Giro ebraico a FERRARA
L’Itinerario intende offrire uno spaccato sociale, economico, culturale di quella che era la comunità ebraica ferrarese. Un percorso che va alla scoperta dei luoghi, delle architetture che hanno mantenuto la loro struttura originaria con le case accostate l’una all’altra e far rivivere l’intensa atmosfera della vita del ghetto.
Luogo d’Incontro: FabulaFineArt Gallery in Via del Podestà 11.
Si attraversa Piazza Municipale (nel cortile ducale). Nella cappella ducale del Palazzo Comunale gli ebrei nel XVI-XVII secolo erano costretti ad ascoltare le cosiddette “prediche coatte”, un sistema escogitato dalle gerarchie ecclesiastiche per far si che gli ebrei si convertissero. Successivamente alla fine del 600 le prediche furono spostate nell’oratorio di San Crispino (in Via Mazzini).
Si arriva al Volto del Cavallo, passaggio che ha ai due lati due statue poggianti su colonne. A sinistra vi è la statua di Borso d’Este costruita con materiale proveniente da lapidi ebraiche dell’antico cimitero di Via delle Vigne, eliminate dall’Inquisizione.
Continueremo a camminare lungo Piazza Trento Trieste si arriva in Via Mazzini, oggi popolata da rinomati negozi.
Dall’imbocco di Via Mazzini inizia il quartiere del ghetto. La conformazione del ghetto di Ferrara risponde a quella che era la preesistente concentrazione spontanea degli ebrei e che prendeva Via Sabbioni (Via Mazzini oggi), attraversata da via Vignatagliata da una parte e Via vittoria dall’altra.
Al n.95 di Via Mazzini troviamo l’edificio della Comunità ebraica di Ferrara che rappresenta il cuore dell’ebraismo ferrarese con le sinagoghe, le sale di studio e di riunione e il Museo ebraico. Sulla facciata dell’edificio due lapidi con i nomi delle 96 vittime ferraresi dello sterminio nazista.
L’itinerario termina davanti al Castello Estense dove si ricorda il tragico eccidio che si consumò principalmente di fronte alla storica farmacia Navarra-Bragliani narrato nel romanzo di Giorgio Bassani in Una notte del ’43 e rievocato nel film diretto dal regista ferrarese Florestano Vancini- A Ricordare la tragedia due lapidi poste nel muretto del fossato che circonda il Castello.
• Opzione a scelta: su richiesta è possibile visitare il cimitero Ebraico di Via delle Vigne nella parte rinascimentale della città (l’Addizione Erculea) dove sono sepolti Giorgio Bassani (1916-2000) la cui lapide è realizzata dal famoso scultore Arnaldo Pomodoro e Gianfranco Rossi.
E’ possibile modificare l’itinerario inserendo il Cimitero ebraico che dista circa 20 minuti a piedi dal Ghetto.
Consigli: Per un ulteriore approfondimento si consiglia la visita al MEIS- Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah http://www.meisweb.it/ dove la guida del Museo vi accompagnerà alla scoperta del pensiero e della cultura ebraica.
INFORMAZIONI:
Verrà fornita una cartina che mostrerà quello che era l’antico quartiere ebraico di Ferrara.